25 Novembre.
Giornata contro la Violenza sulle donne.
Non sono qui a parlare di Violenza nel vero senso della parola ma faccio parte di una categoria di Donne che lotta sempre contro i pregiudizi malfondati della gente.
Io sono Giulia, una ragazza di 27 anni che gioca a Basket. Talmente appassionata che questo interesse ha finito per influenzare anche il mio percorso di studio e la mia vita lavorativa (Laureata in “Scienze e Tecniche dell’Attività Motorie Preventive e Adattate” ed Istruttrice Minibasket).
A molti di voi non susciterà nulla ma la realtà è che, negli anni, ho sentito da parte di molte persone sempre le stesse domande:
– Ma non è uno sport per maschi? Ma voi siete donne, non vi fate male quando giocate?
– Ah, ma quindi sei lesbica?
Il 25 novembre del 1999 era già qualche settimana che Mini-Giulia aveva iniziato, quasi per gioco, a praticare questo sport. Agli occhi di una bambina di 6 anni non era nient’altro che un modo per divertirsi durante il Post- scuola.
L’anno successivo, vedendo tutte le sue amiche “femmine” andare al corso di minivolley, le entrò in testa una vocina “Ma perché non vado a provare pallavolo? Ci sono tutte le mie amiche, è uno sport da femmina”.
A gennaio, dello stesso anno, era già ritornata con i suoi amici “maschi” a commettere infrazione di passi e a scalfire tutti i ferri possibili, perché la pallavolo l’annoiava.
Avevo 7 anni e già mi si chiedeva di scegliere fra uno sport “da femmina” e uno “da maschio”.
L’adolescenza, sicuramente, non è uno dei periodi migliori della vita. Si passa dall’essere una Bambina a diventare Donna. Molte di noi, in questa fase, terminano di giocare a basket perché gli interessi cambiano: le prime discoteche, le prime relazioni amorose e gli sghiribizzi che ne conseguono.
Giulia 16enne è sempre stata vista come un “maschiaccio”, il sabato e la domenica aveva doppia partita e i ritmi di vita erano scanditi esclusivamente dalla scuola e dagli allenamenti. Giulia non ha mai chiesto che le regalassero trucchi o vestiti firmati ma chiedeva le nuove And1 o il biglietto per la Coppa Italia a Schio. Tutto ciò non le risultava essere un sacrificio e non le mancava nient’altro.
Gli ultimi anni delle superiori questo cambiò. Le arrivarono all’orecchie voci che sospettavano che potesse avere gusti omosessuali semplicemente per la sua passione.
Tralasciando la natura omofoba e stereotipata di questi individui, si fece condizionare dalla loro opinione.
“Ma se oggi mi metto il mascara, forse sembro più femminile”, “Devo comprarmi più scarpe con il tacco perché “così fan tutte”.
Avevo 18 anni e mi fecero sentire meno Donna perché giocavo a basket.
Giulia 27enne è una Donna, Giocatrice di Basket (ormai disillusa) che da piccola sognava di diventare Lisa Leslie ma, più importante, è un’istruttrice minibasket che si sente portatrice di un messaggio per tutte quelle Mini-Giulia (che sono ancora troppo poche): Non permettete che qualcuno vi faccia sentir meno rispetto a qualcosa; non cambiate solo perché agli altri non piace; portate avanti le vostre passioni e se al campetto non vi fanno entrare a giocare, sfidateli ai tiri liberi… son convinta che vincereste.
Ho improntato questo discorso parlando di “Giulia”, quasi non fossi io, perché la realtà ci mette davanti ai fatti e son sicura che anche altre ragazze o donne si rispecchiano nelle mie parole.
Nel mondo della pallacanestro, però, pian piano stiamo conquistando il cuore anche dei nostri colleghi uomini. Come in molti altri sport, non esiste un riconoscimento professionistico delle atlete di alto livello ma sono sicura che, presto o tardi, qualcosa cambierà.
Alla domanda “È uno sport per maschi?”, la mia risposta è sempre: “No, è uno sport per persone intelligenti”.
Nel frattempo, insieme, cerchiamo di sconfiggere “il Pregiudizio” che da sempre è una malattia sociale.
Non esistono sport solo per Uomini o solo per Donne, come non dovrebbe esistere nessuna forma di Violenza.
Giulia